In un ex convento datato XIII secolo si trova la tomba di Giulietta, la protagonista del dramma shakespeariano probabilmente più noto al mondo. Nell’orto, nascosto al pubblico, giaceva da secoli un antico sarcofago di marmo rosso privo del coperchio, probabilmente risalente all’età romana: nel 1937 il Comune di Verona decise di aprirlo al pubblico come la tomba di Giulietta. Per raggiungere il luogo della tomba di Giulietta da Piazza Bra, ci si dirige verso Palazzo Barbieri, si costeggiano le antiche mura comunali fino all’incrocio con via del Pontiere e qui si svolta a destra, dove si trova l’ex convento di San Francesco al Corso, che ospita anche il Museo degli Affreschi dedicato a Giovanni Battista Cavalcaselle, storico e critico d'arte dell'Ottocento.
Il Museo nacque da oltre trent’anni di appassionato lavoro del Maffei, durante i quali egli raccolse centinaia e centinaia di iscrizioni ed affidò all’architetto e pittore veronese Alessandro Pompei la costruzione di un luogo adatto alla loro esposizione e conservazione, fermamente convinto che “ciò che vi è di utile al pubblico deve essere reso di dominio pubblico”.
Emblematico è al riguardo il nome scelto dal Maffei per il suo museo: Museum Veronense ovvero museo della città di Verona, un’istituzione pubblica a tutti gli effetti, che, a differenza delle collezioni d’arte private, assai diffuse in quell’epoca, poteva garantire la conservazione e la salvaguardia dei reperti esposti, evitandone la tanto temuta dispersione, alla quale, al contrario, andavano spesso incontro i materiali conservati nei piccoli musei privati dopo la morte dei loro proprietari.
Per più di un secolo il Maffeiano resterà il “Museo” di Verona per eccellenza e costituirà una delle tappe obbligate per i numerosi viaggiatori stranieri (tra loro, nel settembre 1786, anche J.W. Goethe) che, provenendo dall’Europa del Nord, giungevano in Italia per compiere il Grand Tour, il viaggio di formazione finalizzato alla conoscenza diretta dell’arte e della cultura classiche.
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