La più evidente eredità veronese della Roma antica si concretizza nell’Arena: un imponente anfiteatro, proprio come il Colosseo, risalente all’inizio del I secolo d.C. sotto l’età giulio-claudia. Nel corso della sua lunga storia, l’Arena di Verona fu utilizzata come luogo per i combattimenti tra gladiatori e le cacce ad animali feroci ed esotici, e anche, molto probabilmente, per il martirio dei cristiani. Con l’arrivo del Cristianesimo, l’Arena perse la sua funzione originaria e divenne per un po’ di tempo una cava di pietra. Dal suo anello esterno furono reperite le pietre per costruire la seconda cinta muraria di Verona nel 500 d.C., sotto il regno di Teodorico; oggi rimane visibile solo la parte chiamata “Ala”.
L’Arena è il terzo anfiteatro per grandezza giunto fino a noi, e sicuramente il meglio conservato, nonostante nel 1183 un forte terremoto abbia distrutto il triplice ordine di arcate sovrapposte che lo circondavano interamente.
All’interno, l’Arena si divide tra la parte centrale, che accoglieva gli spettacoli, e la cavea a gradinate per il pubblico, suddivisa un tempo in settori orizzontali tramite dei camminamenti e sormontata da un porticato con un tetto. L’ordine interno è composto da 72 doppie arcate in pietra che disegnano un’ellisse larga 110 metri e lunga 140.
Dopo che vi furono ospitati spettacoli teatrali, balletti, perfino ascensioni e atterraggi di mongolfiere, l’Arena trova la sua definitiva vocazione nel 1913, con la rappresentazione dell’Aida di Verdi. Da allora, diventa sede delle stagioni liriche estive: oggi accoglie ogni anno oltre 600.000 spettatori, costituendo la più grande stagione lirica all’aperto del mondo.
La splendida acustica dell’anfiteatro, la grandiosità della scenografie, il golfo mistico che ospita 150 musicisti regalano a ogni rappresentazione uno spettacolo indimenticabile.
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